PRODUZIONE VIRUS UTILIZZATI NEI VACCINI

"Dobbiamo produrre questi virus (che utilizziamo nei vaccini), avvalendoci di linee cellulari, perchè sono troppo grandi da gestire in provetta. Così utilizziamoo cellule animali. Abbiamo usato cellule di feti umani e c'è qualcuno che sta lavorando alla produzione mediante utilizzo di cellule vegetali. Durante questi processi, quando ti appresti a raccogliere i virus derivanti, porti con te nel prodotto finito queste componenti, non puoi eliminarle del tutto. Per esempio, nel vaccino contro la varicella, sono presenti in dose finale (prodotto finito) 2 microgrammi di DNA a doppia elica. Sono dati provenienti dai controlli sulle linee di produzione eseguiti dalla stessa Merck, per i residui a fine lavorazione. Non sono nostre misurazioni e questi valori sono presenti nelle schede tecniche per l'approvazione del vaccino. Le raccomandazioni FDA prevedono che non sia presente una traccia di DNA cellulare di coltura superiore ai 100 picogrammi, per singola dose vaccinale. Questi valori massimi consentiti sono già stati innalzati due volte, adesso sono fissati a 10 nanogrammi massimi, perchè le industrie farmaceutiche non riuscivano a rispettarli.
Quindi abbiamo l'anti-varicella che si assesta a 2 microgrammi, ossia 200 volte la quantità massima consentita, anche delle dosi modificate su richiesta delle industrie. La FDA sa bene il rischio correlato a questa presenza elevata di DNA eterologo inoculato, che la preoccupa per l'elevato pericolo di maggiore incidenza del cancro, Così, dato che pensavano che un gene oncogeno poteva comunque finire nel vaccino. durante il processo industriale e causare il cancro nel soggetto vaccinato, raccomandarono di tagliare il residuo DNA, portandolo a massimo 250 nucleotidi.
Il nostro DNA è composto da nucleotidi: il gene più piccolo ne conta 800.
Probabilmente il loro ragionamento è stato: "Se tagliamo il gene e lo limitiamo a 250 nucleotidi, non correremo mai il rischio di avere un gene integro, che possa generare il cancro, se portatore del maggior rischio in oncogenesi, una volta nel paziente da vaccinare."
Solo che queste raccomandazioni della FDA risalgono ad un tempo in cui le conoscenze della biologia molecolare non erano certo quelle che abbiamo oggi. Noi però oggi sappiamo e lo sappiamo dalle ricerche e dai dati che provengono dagli scienziati, che si applicano allo studio della terapia genica, che i segmenti più lunghi non si combinano con il genoma ospite. Mentre invece la letteratura che abbiamo a disposizione, ci conferma che segmenti composti da 500 nucleotidi in giù, si combinano molto velocemente con il DNA dell'organismo ospite e su questo siamo confortati da molte pubblicazioni scientifiche validate.
Quindi, nel tentativo di prevenire il rischio di maggior incidenza oncologica nel mentre si vaccina un paziente, le raccomandazioni FDA hanno probabilmente generato il più catastrofico degli scenari di pericolo. Le quantità di DNA adesso sono talmente elevate nei vaccini della Merck, che la multinazionale ha commissionato studi addizionali, che compaiono nelle schede riassuntive, atte all'approvazione dei vaccini,
Tuttavia, questi studi sono errati, poichè hanno valutato il DNA ricombinante umano, inoculato in cavie da laboratorio e l'attitudine alla combinazione eterologa del DNA in altre specie animali prese in esame specificatamente. Avrebbero dovuto osservare le reazioni, inoculando linee cellulari umane. In definitiva, ricerche e studi appropriati, non sono mai stati condotti ad oggi dalla scienza"

— Theresa Deisher, PhD, Fisiologia molecolare e Fisiologia cellulare, Università di Stanford, California - US

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